Come creare un distillato di contenuti di valore

Postato da Paola Sereno, aggiornato il 3 gennaio 2024
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Illustrazione di un distillatore per contenuti di valore

Lo abbiamo detto e ripetuto: la regola d’oro dell'Inbound Marketing è creare valore per il tuo potenziale cliente, offrendogli contenuti interessanti.
Principio validissimo e ammirevole, certo, ma come metterlo in pratica?
Molto, troppo spesso, il web è zeppo di blog post lunghissimi e verbosi, che sembrano essere stati scritti per tutto tranne che per aiutare i lettori a trovare le informazioni necessarie a risolvere un problema.

Pensa al cliente.

Quando abbiamo immaginato le nostre buyer personas (cioè il nostro target), la parola d’ordine è stata “sono sopraffatto”. I nostri clienti, che in genere sono addetti alla comunicazione/marketing in un’azienda di medie dimensioni, non hanno tempo. Hanno troppe cose da fare, troppi interlocutori da gestire, troppe mail a cui rispondere. Sono in tilt da overload informativo.
Quindi, siamo sicuri che propinare loro articoli lunghi, pieni di sigle e tecnicismi e infarciti di parole chiave perché si sa la SEO è importante, possa aiutarli?
Io credo di no.
Anzi, temo che possa creare l’effetto opposto.
Ovviamente, la soluzione non è "non scrivere nulla", quanto piuttosto cercare di sfruttare al meglio le potenzialità del content marketing, producendo contenuti di valore, ottimizzati per i motori di ricerca.
Per prima cosa, pensiamo a chi leggerà il nostro blog: il nostro potenziale cliente.
Chi è il mio interlocutore: di quali informazioni ha bisogno? Perché gli servono queste informazioni?
Ad esempio, scrivo per aiutarlo a fare qualcosa in autonomia (tutorial), oppure voglio spiegargli l’importanza di una certa attività per cui io sono il giusto consulente?

Quali argomenti trattare?

Per capirlo, posso attingere alla mia esperienza personale: quali sono i dubbi e le domande che mi rivolgono più spesso i clienti? Quali sono le cose che spiego e rispiego della mia attività?

Oppure, posso andare a individuare le parole e le frasi che il mio target usa per cercare su Google i miei prodotti/servizi/contenuti.
Esistono diversi tools che possono aiutarci in questa ricerca di keywords e long tails (lo sai vero, che ormai si cerca molto di più tramite domande formulate che non tramite parole chiave?!). Si può partire da Google search - il classico motore che fornisce suggerimenti mentre digiti (Attenzione!  Se utilizzi questo metodo, assicurati di farlo da "finestra privata", altrimenti i suggerimenti saranno condizionati dalle tue ricerche precedenti) - fino a strumenti avanzati dedicati, come SEMrush o simili.
Ne abbiamo parlato ampiamente nell'approfondimento su Come aumentare il traffico al proprio sito web.

Che forma dare al mio contenuto?

La parola scritta, quindi un articolo sul blog, è la risposta più semplice e immediata, ma non è detto che sia la migliore.
Un video, ad esempio, potrebbe essere più facile da fruire, specialmente se ho qualcosa da far vedere (e se non mi sento a disagio a parlare davanti alla videocamera). Oppure un’infografica, o ancora un podcast audio. Una buona idea è anche dare la possibilità di fruire lo stesso contenuto in modo diverso: ad esempio riportare lo script del video anche in forma testuale.

Un format che ha ampiamente preso piede negli ultimi mesi è senz'altro il webinar, che offre possibilità di coinvolgimento estremamente elevate rispetto a un prodotto stampato o a un video registrato, e la partecipazione è potenzialmente illimitata.

Se l'idea di organizzare dei webinar per incontrare e parlare in maniera ravvicinata al tuo target, ti interessa ma non sai da dove partire, ti suggerisco di dare un'occhiata ad alcuni approfondimenti:

Dove pubblicare?

Sul sito web o sui social media, questo è il dilemma.
Le dirette su Facebook, le Stories su Instagram sono di gran moda e funzionano alla grande, però d’altro canto sono uno strumento effimero. Inoltre, se non si ha una fanbase molto attiva, si rischia di scomparire letteralmente dal feed, specie se i post non sono supportati da un’adeguata copertura pubblicitaria.
Qui un esempio di campagna advertising su Facebook.
I blog sono già stati dati per morti più di una volta, però hanno un vantaggio: i contenuti durano nel tempo. Se scritti bene, e con un occhio alla SEO, sono ben indicizzati nei motori di ricerca, e possono essere ritrovati e letti anche ad anni di distanza. Quindi, funzionano perfettamente per farsi trovare sul web da chi cerca una risposta a un problema da risolvere, punto che abbiamo detto essere il cuore dell'Inbound Marketing. Avere una piattaforma “propria” su cui pubblicare, come appunto un sito web o un blog, consente un maggior controllo sui propri contenuti.
Un buon compromesso potrebbe essere quello di pubblicare post sintetici sui social media e poi dare la possibilità di approfondire sul blog. In questo modo, produco un contenuto e poi lo declino in base alle caratteristiche del mezzo. 

Che linguaggio usare?

Che sia la didascalia di una foto su Instagram o un podcast, c’è una cosa che mi sento di consigliare a priori:  fare uno sforzo di semplificazione. Non siamo qui per dare sfoggio di tutti gli ultimi inglesismi che abbiamo imparato. Siamo qui per aiutare il nostro cliente a risolvere un suo problema.

Come diceva Harvey Keitel in Pulp Fiction. “Sono Wolf, risolvo problemi”.

giphy

Vorresti fare content marketing ma anche tu sei sopraffatto e non hai tempo (vedi sopra)? Forse possiamo aiutarti.
Ti scriviamo 100 articoli a 0.10 centesimi l’uno con le keyword ripetute 15 volte, così i tuoi clienti ti trovano su Google e poi appena ti hanno trovato scappano a gambe levate. No, davvero, parliamone.

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Tag: inbound marketing, content marketing, seo, buyer persona, digital marketing

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